
Dopo un anno scolastico non convenzionale, cioè senza andare a scuola per scelta e facendo studiare i bimbi a casa con maestri privati e con noi stessi, ecco che arrivano gli esami di idoneità.
Le scuole di provenienza devono verificare se gli studenti in educazione parentale hanno effettivamente raggiunto gli obiettivi e le competenze previste dal MIUR (Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca) attraverso un esame.
Questo è uno dei momenti a più alta intensità emotiva della vita di un genitore homeschooler o il cui figlio frequenta una cosiddetta Scuola parentale.
Ecco qualche dritta per superare al meglio questa nuova sfida.
Poiché può capitare che il genitore dimentichi tutto il lavoro accurato che ha svolto o che è stato svolto dagli insegnanti privati o dai bambini, potrebbe ritrovarsi a pensare di stare esponendo il figlio a una prova per la quale potrebbe non essere pronto.
E alcune domande potrebbero iniziare a tormentare il loro sonno:
“Si ricorderà quella tal cosa che ricorda con difficoltà nonostante l’abbiamo studiata cento volte?”
“Se la caverà?”
“Gli insegnanti saranno capaci di tirare fuori il suo meglio?”
E poi, in fondo in fondo, la più tragica delle domande:
“Sarò stato bravo, bravo almeno quanto gli insegnanti veri?”
Tutto legittimo ma molto spesso eccessivo.
Innanzitutto bisogna sapere che l’esame di idoneità è regolato dal MIUR attraverso un decreto che viene consegnato alle scuole intorno a febbraio e ogni genitori dovrebbe conoscerlo per non essere messo in difficoltà dalle scuole stesse. Si può trovare sul web, sul sito del MIUR o chiedendolo all’Ufficio Scolastico territoriale. Questo decreto regola la modalità dell’esame. Quest’anno per esempio è stato definito che l’esame debba essere in presenza, entro il 30 giugno, in un’unica sessione e con una prova scritta di italiano, una di matematica e una di inglese e una orale.
Quindi una scuola che propone esami a settembre o che propone l’esame in più giorni, dovrà rivedere la sua proposta e dovrà attenersi alle regole del MIUR e non alle proprie.
Devono essere i genitori stessi, senza timidezza, a far presenti eventuali irregolarità e a chiedere un allineamento.
Inoltre, per sedare ulteriori ansie, è bene sapere che gli esami si baseranno su delle semplici schede che si possono trovare anche sul web cercando “Prove d’ingresso“. Esempio, se il bimbo è in seconda si potranno usare le prove d’ingresso in terza.
Vedrete come si tratti di prove semplici assolutamente alla portata di vostro figlio. Fate fare pure la simulazione del momento dell’esame ma senza trasmettere ansia e preparando lo studente anche alla sensazione di inadeguatezza e alla tensione che potrebbe provare e invitatelo a restare concentrato.
Se potete accompagnate il bambino all’esame insieme al padre o alla madre, è molto meglio infatti se il bambino è accompagnato da entrambi i genitori, fategli indossare dei vestiti ordinati e carini e soprattutto trasmettete loro che in quel momento Dio sarà con loro per aiutarli così che possano mettere in moto la loro fede personale e allenarsi per le sfide della vita.
Un ulteriore suggerimento riguarda la scelta della scuola dove fare l’esame.
Non siete obbligati a far fare l’esame presso la scuola di provenienza, entro il 15 marzo potete scegliere di farlo presso un’altra scuola e persino presso una paritaria. Gli esami presso una scuola pubblica sono totalmente gratuiti mentre presso una paritaria si paga una quota di partecipazione alle spese. Insomma come dire che per ogni problema che l’esame d’idoneità vi porrà, avrete una o più soluzioni.
Dunque buoni esami a tutti, gioiosi e liberi dalla paura e dalla tensione.
Rosita Bonanno
Fondatrice della Scuola CBS di Milano e di Istruzione Cristiana